Stagliato è l’immenso
come una certezza verace
d’un cibo d’anima
così amorevole di conosciuto
in quel riprendersi dentro
dall’agitato passare inutile
che sfugge da dentro il palese
per andare incontro sincero
al dono gratuito di sguardo
aperto a conglobare
quella melanconica attesa
che vorrebbe offuscare
l’editto dell’immenso.
Volere è l’inghippo fuggiasco
che vorrebbe creare trappola
mentre assaggiare l’estensione
strattona il pensare costante
riportando la pace
acquistata e acquisibile
allorquando deposta la razionalità
si crea il simbioso d’altro
nello stagliato immenso
che raccoglie il non senso
in quella nullità di futuro
attraverso il gusto dell’attimo d’ora
quasi a strattonare in,te
l’angoscia del dopo
che diventa dentro l’immenso
recondita stupideria umana
di cui l’anima se ne frega…