Scrosci di violenza
battono i vetri trasparenti
che s’illuminano d’un tratto
di saette tonanti di rumore
che s’unisce al pianto del cielo
in un infinito di gocciolio
che avvilisce la terra
invasa da troppo scroscio.
La notte è così permeata
da roboante furente
mentre penetri dentro
ed ascolti il vocio alternato
tra pensieri densi di timore
ed anima che invece si stringe
quasi a volersi riparare dentro
attraversando la compiacenza
d’un chiuso che ti protegge.
Il perpetuo del temporale
ti riporta lontano da te
nella paura di bambino
quando aspettare una dolcezza
mai arrivata per dei perchè
era come ora speranza d’amore
che qualche volta hai dato ed avuto
quando magari hai accarezzato volti
che ti hanno dato risposta d’occhi
quando magari hai stretto abbracci
atti a placare la stessa vuotezza inferta.
Sì…ho dato senza avere per me
quell’affondo di sicurezza vera…