I miei occhi
sono spesso acquosi
di quella lacrima pronta
per esprimere i pensieri
per muovere l’emozione
che quando non sa incalanarsi
si riduce nell’inadeguatezza
…nel fiotto a fontana
in cui mi nascondo quasi
per una sorta di mio privato
che non voglio condividere
se non con me.
Spesso piango
e mi dicono che sono fortunata
perchè così sciolgo il dolore
perchè così posso ricominciare
nell’obbiettività riconquistata
…a salire la china.
Sarà la mia espressività
così evidenziata dal piangere
mi spacca davvero l’anima
e non è proprio emozione piacente
quando è dolore d’ingiustizia
quando è dolore di mancanza
quando è dolore dilemma improvviso
in un esistenziale così incorporato
che la sofferenza così espressa
è voragine dentro di grido
come a volere per me
il perduto che è lontano…