Ventun giugno
…entra l’estate
ma…serata e giornata
…invernale di freddo
col vento che spazza
arruffando tutte le cose
che volano su per aria
buste…foglie…carte
nel simbolo di cose
abbandonate e piegate
dallo spazzino naturale
che pulisce le strade
con un colpo di magia
senza scopa nè lavorio.
Rafficoso di rabbia
sembra volerci ricordare
…la sua pazzia
nell’essere se stesso
in quell’agitato modo
di presentarsi a noi
nel suo vigore diveniente
…folata fredda
che ci avvicina vicini
…l’un l’altro
quasi a proteggerci
per quella stranezza
di provare calore
da vicinanza che cerchiamo
in quel sentire sgomento
ad ogni raffica che è forza
d’una natura esprimente altro
mentre nel silenzio s’ascolta meglio
la solaggine quando si è…con sè
…amici stretti…ognuno è di sè
mentre spregiudicato vento
è l’ascolto che spacca il silenzio…