Caro infinito che mi conosci
…sai la mestizia d’ora
come a dovermi rassegnare
…giocata da altro gioco
che può solo infliggere
…qualcosa che non voglio
in quel testardo mio modo
di credere nell’emozione
e seguirla oltremodo
senza connettere il reale
seguendo ancora afflato.
Seguire anima non è facile
quando combatti ferocemente
con la maschera impressa
di quel mondo negante tutto
che non deposita armi…anzi
prosegue a ferire per difesa
mentre l’infinito di maestoso
regala di sè tutto
nella limpidezza…nella coerenza
di dare comunque di se stesso
tutto ciò che possiede a chi è vigile
a chi guarda dentro quella trasparenza
e prova amore…solo amore.
Caro infinito che m’abbracci
dentro l’attimo che afferro c’è risposta
e son felice di questo sguardo
che libera nel vento un grazie
sapendo ora…meno mesta e più gioiosa
d’esser la solita creatura…Gianda.