L’ego parla…a nome
della sua stessa sopravvivenza
in un “me” che fa presa
legando il tempo e lo spazio
…nel luogo del dolore
e…pure del perdurare mortifero
che si colloca come padrone
senza lasciare scelta di sorta
nella paura di…conoscersi
nella paura di…condivisione
separati dalla totalita’ unente
che ha ragione sempre d’essere
oltre quelle visioni in tensione
che…collocano la paura
…nel proprio cammino
in quella memoria individuata
nello spasmo del piegato.
Non giudicare…la paura
non dare nome…alla paura
allorquando t’aggancia l’identificazione
e…ti fa arretrare nel suo perduro
quasi fosse padrona della tua vita.
Guardala anche…con amore
osservala anche…con pieta’
gestiscila anche…con coraggio.
Afferra tutto il tuo dolore
ed affondalo come fosse rabbioso incedere
verso quella prigionia individuata
che vuole zittire il tuo cuore
mentre ascolti solo silenzio
capace di renderti eroe di te stesso…