Non si e’ proprio abituati
…a decidere di “essere”
indipendentemente nel coraggio
di…saperlo fare eppure bene
…non ascoltando i giudizi
…non nascondendo piu’ se stessi
mentre la vita sempre corrisponde
…in cio’ che vuoi per te
…in cio’ che si desta d’improvviso
nella corresponsione equilibrata
da quel volere che diventa potere.
La divisione combaciante
nell’errore che…erra da solo
nell’espansione che…si visualizza
nell’interpretare i dubbi d’individuazione
nel “quid” deviante che delimita
quel dolore di crescita individuale
che sposta l’asse nel ricatto porto
…come un limite da non superare
…come una barriera protettiva che si usa
per sentirsi immolati al sacrificio
per giustificarsi come naufraghi
in quella realta’…cosi’ avara
in quella visione…ristretta
in quel volere…allontanato
nell’unico regime conosciuto di…vittime
quelle che non si spostano dall’asse
d’un equilibrio falsato dalle abituali scuse
uso di norma vigente che alzi a dominare
quella facolta’ libera di decidere…a prescindere…