Quanto distratto porgersi
verso la divinita’ insita
negli accadimenti mai compresi
che il dolore diventa preparatorio
verso cio’ che ci appartiene
come anime che sperimentano la vita
nelle lezioni d’accettare
come fossero ulteriori doni
come fossero comprove
come fossero benedizioni
ogni volta che si sente quell’abbandono
regnante in ogni vissuto
nelle ferite che si richiudono
come quell’accettare perseguibile
che pare non aprire mai il presente
prospettato verso un futuro d’ognuno
degno…fatto d’attimo per attimo
nell’istante che afferra il divenire
presenza di perdono efficace
che diventa amore per noi stessi
capendo che la vita cambia sempre
proprio perche’ s’acquista quell’amore
nel creato che diventa creabile
proprio da quanto dolore sciogliere
per esser trasformato ed ampliato
nella giocosita’ insita repressa
che nulla si distrugge neanche il dolore
che nulla resta fermo come melma
che nulla c’appartiene per davvero
perche’ corrispondiamo solo attraversando
…il fiume della vita.