Marcella gioca e gioca
con il maniaco telefonino
in quei giochi esagerati
che confondono le idee
quando si rifugiano
nella superficialita’ strato
d’una realta’ da cui fuggire
d’un mondo cosi’ svuotato
da quel che conta per davvero.
Letto tre e’ il suo posto
mentre l’ansia governata
riesce a creare l’alone
come una protezione intorno
atta a sconfiggere la paura
nel futuro prospettato
pieno d’augurio alla gioia
insieme ai suoi figli
che aspettano l’abbraccio stretto.
Gioca ancora…e’ li’
mentre attende una chiamata
significativa d’un responso
che sara’ al meglio di salute
quando sentirsi grata
diventera’ luccichio negli occhi
con un caffe’ ben stretto
…alla napoletana
mentre il sapore del gustarlo
pare voglia avvolgere le fami voraginose
colme di angoscia repressa e silenziosa
nella condivisione insieme a donne
che sono liete del suo modo d’essere
nel non provocare sottile pianto unificato
dalla paura di cio’ che verra’ per poter vivere
e…Marcella gioca e gioca ancora
ad esser forte mentre tace nella finzione
d’esser solo fragile mentre aspetta…
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