Il fragore delle onde
percuote anche nei pensieri
in quella ritmicita’ schiacciante
che appartiene alla natura
cosi’ libera d’esprimere se stessa
ogni volta che diventa trasformazione
nell’impeto di espressione
quando segue se stessa ancora
senza alcuna remora di condizionamenti
quelli che appartengono a noi
nei pensieri piegati dentro
che nemmeno s’esprimono sazi
allorquando li lasciamo lievitare
in quell’esserne poi imprigionati
mentre diamo sazio alle abitudini
cosi’ permissive d’editti palettanti
nella non liberta’ di risorgere
nella non liberta’ di risveglio
perche’ permettiamo all’uso ormai noto
d’una regola accomunante
del non essere ne’ felici ne’ grati
per il minimo che e’ d’ognuno
quando appartenere alla vita
c’allontana dalla vera mortalita’
cosi’ che benedire ogni secondo
di quella sacra non omessa vitalita’
c’accomuni al grazie da porgere
mentre il mare continua lento
a dare il ritmo al mio ossequio
verso l’infinito che e’ dinnanzi…
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