Per vivere liberi
in tutta la sua sacralita’
e’ essere a parole un “santo”
di cui tanto ci fregiano
tanti che non fanno ammenda
correggendo cio’ che e’ “errato”
attraverso posizioni sbagliate
che hanno formato i “pensieri”
che portano disagi e sofferenza
non capendo la propria responsabilita’
nel ferirci da soli
per un compito assurdo nelle vite.
Il non saper ripulire il proprio spazio
di spazzatura inquinante di pensierita’
porta solo dolore che s’accumula
in strati solidi di storia
in quel personale che decantiamo
come l’unica storia vera d’ognuno
che se la canta decantandola
se porta appagamento o tanta amarezza
d’esser vittoria o sconfitta
di tanto reale che crediamo vero
di tanto reale che e’ preso sul serio
di tanto reale che sentiamo pregno
…d’inutilita’ da raggiungere
allorquando il traguardo e’ sempre morire.
Lo dimentichiamo cosi’ tanto
che poi al momento ultimo restiamo fregati
dalla paura dell’incognito sopraggiungere
come tutto cio’ che diventa zero iniziale…