La scaletta che sale
arrampicata su
verso la cima del monte
che segna il confine
tra cio’ che traccia
nel definito vedibile
e tra cio’ che e’ aspirazione
d’una salita consapevole
d’altri arrivi interiori
che per altro sono resi
invisibili da raggiungere.
Quante scale sono li’
invisibili nell’inerpico
ma che si formano di senso
tra incertezze di fatiche
e certezze di desiderii
che sono riempiti da volonta’.
Quante scale fatte di fretta
magari con l’impulso di arrivare
forse per primi alla cima
per gustare una vittoria illusoria
che la fretta ha creato sicuro
quando con veemenza
…volevi arrivare
ad essere il primo…il campione
e poi…mestizia e’ li’ in cima
quando capisci d’esser stato precipitoso
e la vita ti stoppa com’altro.
Quante scale e’ questo cammino
e quanta fatica ci vuole a salire
per godere la cima del monte…
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