Quella non giudicabile
…dettatura dell’anima
che cataloghiamo con parole
mentre queste sono fuorvianti
…mai racchiudibili di perche’
…mai sincere nel loro cliche’
…mai ferme nella loro unione
…mai pulsanti nella loro vastita’
sono la misura d’un fermo
che l’anima non sa espandere
come se fossero le parole…la chiusura
di quell’immensita’ che e’ profondita’
d’ogni piccolo sfumante di altro
che non e’ proprio possibile fermare
nell’impedire quel fruire intenso
che e’ la forza edificante d’ognuno
che e’ il principio primo d’un inizio
che e’ il risultato ultimo diveniente
cio’ che e’ quel silenzio che definiamo
quasi fosse muto mentre non lo e’
quasi fosse bloccante mentre non lo e’
quasi fosse pacioso mentre non lo e’
per quanto edifica sentire
per quanto costruisce quell’accostarsi
cosi’ densita’ che ne disconosciamo senso
dicendo….e’ silenzio.
E’ invece tonante di se’
nella pienezza afferrata da se’
quasi un premio gustoso di sorprese
che il silenzio riempe di liberta’…
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