L’assaggiar pienezza
nella manifesta opportunita’
d’esser coerenza nel sentire
quella primavera della vita
cosi’ propensa al risveglio
sembra invece dominio
della perenne paura
a viversi la vita per davvero
senza aspettar altro tempo
cosi’ vanamente glorioso
di mantenere in riga
quella dimestichezza nuova
di capire invece quel risveglio
che tende a strappare morte
quando si piega se stessi
all’inverno solamente
nella chiusura ovvia protettiva
che la stagione impone
nell’imparato che e’ proiettarsi
in quell’estensione personale
quasi paragonabile a stagioni
per comprenderne valore
rapportato alla vita d’ognuno…
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