Questo bisogno d’ampiezza
è la meraviglia e il gusto
della dimensione vita
che…sembrerebbe circoscritta
come un inizio ed una fine
in un cerchio che si richiude
…sempre su te stesso
nel girare e…girare
come un vortice ripiegato
il cui la sosta è divieto.
Non essendo privilegiati
…in questo giro
intorno e dentro ognuno
appesantiti da carichi
…nostri e d’altri
arrugginiti dal correre
…per noi e per gli altri
sordi e muti e stanchi
non si ferma mai la corsa.
Come unico traguardo
sembrerebbe ci sia solo
…la fine del giro
…il cambio d’un ruolo
da materiale ad evanescente
sembrerebbe il non senso…vivere
in quel vortice immersi
senza neanche averlo chiesto
senza neanche capire perchè
…essere o non essere
sembrerebbe tante cose…
E…si aspetta l’ultimo istante
quello dove sei a rallentatore
perchè sei vecchio e…stanco
perchè sei giovane e…precipitoso
perchè sei afflitto da zavorre
…nelle non emozioni
…nella malattia
…nelle fughe improvvise
…negli imprevisti che sono lì
a…far accelerare il giro
a…far fermare la corsa
a…farla rallentare a forza o meno.
Senza sosta…senza pena
senza pietà…senza perchè
senza amore…senza amare
senza…troppo o tanto
senza…poco o molto
restando di noi…la cenere
d’un cerchio girante…cenere
d’un senso o non senso
rimane alla fine l’emozione
quella piccola dose d’anima
che…apre il non senso in senso
che…rende la corsa nel cerchio
…quel puntino invisibile
che è reso visibile assai
da una lucina….come stelle
da una lacrima…come cristallo
da un andare fuori dal cerchio
cercando quel ciò che è
in quel ciò che siamo…