Io, è come se già, ti conoscevo
è…come se
…attraversando il tuo sapere
apro i cassetti del cuore
e…la mia interiorità rimane esterrefatta.
E’ come ascoltare la voce
quella mia e quella di un amico
che insieme riescono a parlare
e…poi anche a capirsi
senza alcuna visibilità
ma…realmente nella presenza.
Spieghi le cose dell’uomo
con miriadi di esempi e concetti
che aprono alla verità
crudele e spietato
triste e inappagato
io piango solo al tuo cospetto
perchè non riesco a fare altro.
Perchè apri così il mio cuore?
Cos’è che vai a toccare?
E’ quella verità che ci spieghiamo
per la comprensione
oppure,è la fuga da essa?
Dovrò capirlo a forza
perchè voglio sapere
fino a capirti come cibo
e…non ho paura di te
e…in fondo ti voglio bene
per l’emozione vera
in quel ginepraio di te
…che le parole
non possono afferrare nè fermare.
Scritta il 23 giugno 2008 ;e ancora m’emoziona…
Anche qui,è entrata la mia sensibilità colpita da un libro che stavo studiando per l’esame di teoria della conoscenza.Sono rimasta trasportata ,piangevo di pazzia di capire in fondo, tutto ciò che leggevo che, mi rimbalzava dentro ,come un boomerang sconvolgente di quanto la commozione era in sintonia con un dolore gioia pieno di amore.
Mi ha preso una frenesia di dover scrivere,a lui, il Georges Bataille, come ad un vivente col quale interloquisci e che ti capisce e che senza l’ombra di”una corposità”, ti,è nell’anima. Dicono che,è pazzia ma chi non lo è un pò…chi non vorrebbe dire davvero i pensieri ” più ” per spaccare i muri dell’ovvietà come una provocazione che va al di là della così detta sanità mentale.Ho comprato davvero tutto ciò che ha scritto e la mia Tesi di laurea ha lui,come pazzia, che emerge da un incontro nella realtà mai avvenuto con Freud rendendoli da morti, amici, nel cielo della grandezza.
Sul frontespizio del mio lavoro c’è una frase di Georges : “Ciò che obbliga a scrivere, penso,è la paura di diventare pazzo” e finisco con dei versi di Rimbaud: è
Elle est retrovùe
Quoi,èl’ eternitè
C’est la mer allèeè
Avec le soleil?
Prossimamente riesumerò la lettera a Georges, scritta in italiano e francese,che credo sia un occasione per incuriosire chi vorrà affrontare l’anima e la testa di un grande.
Giandita
Credo sia doveroso da parte mia ricordare e fermare il momento della stesura di questa poesia, quando, pazza d’amore per Georges, quel giorno mi chiamasti per leggermela. Vivido ricordo di condivisione, mi trovavo sulla nostra amatissima spiaggia in un giorno della mia mala ora, e la tua voce squillante mi ripeteva di essere felice per aver scoperto una vecchia conoscenza cosmica: ” Georges Bataille”. Gloria dimenticata e bisfrattata dai cattedratici del suo tempo, troppo “oltre” per essere umana carne senziente. Da quel momento la tua vita