La mia solaggine ingoiata
plasmata nel respiro
impressa sulla pelle
sembra piegarsi a volte
a quel pianto di costernazione
assaggiando come cibo vero
quel disagio che sento
in ogni azione così diversa
che sembro io diversa
anche se so che non è così.
Questa distanza d’anima
che sembra sparire nelle azioni
mi provoca non rabbia
ma pianto a fiotti
perchè dispiacere è compagno
d’una inconsapevole arresa
che sento dentro d’un mondo
che non alza capo affatto
a ciò per cui è qui su Terra
ma s’affossa dentro abitudini
così care da difenderle ad oltranza
così che nulla potrà cambiare
nel porgersi invece alternative
in un quotidiano che si riempie
…di vento che sussurra
…di foglie che applaudono
…di uccelletti che cantano d’amore
mentre latrati di cani carcerati
squarciano la bellezza dell’attimo
nella fame che hanno d’essere libertà…