Arriva il perturbato
nelle gocce d’acqua
che condensano cambiamento
quello esteriore…del tempo
quello interiore…del tempo
avvicinando entrambe le variabili
agli spessori che plasmano
placando quei falsi presupposti
che…mai nulla cambia
che…mai nulla si modifichi
per ogni spasmo commisurato
alla vicenda che puo’ emergere
in ogni piu’ piccolo che ha possibilita’
d’un immenso che c’appartiene
nel fuori come nel dentro
plastificato nelle consuetudini
d’esser assenti cadenzanti l’usura
del mai pensiero…del mai accettare
del mai presente…del mai passaggio
in quegli spazi fuorvianti
…d’un pensiero limitante
…d’una arresa alla bivalenza
..d’una percezione elettiva nella densita’
di gocce del cielo…di gocce degli occhi
dimostrative d’un saper afferrare
nell’attimo d’immedesimazione provante
l’estensione proprio d’un combacio
nell’allerta verso un cambiamento…
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