Compulsiva e’ la proiezione
nel tratto identificativo
che e’…il tempo
quando esiste solo il presente
nel senso della presenza
…non dell’assenza
vivendo nel momento in cui siamo.
Il passato e’ sempre ingiusto
cosi’ com’e’…pieno di costruzione
quell’effimera del ricordo
quasi sempre “scusa” su cui proiettare
…l’ombra della ferita
che non dovrebbe ostacolare
quel dolore che ha altra origine
e che…si riempie nel regresso
di cio’ che ormai…non c’e’ piu’
incompreso…dettagliato…oscurante.
Il futuro poi…altra costruzione
nell’idea del dopo che dovra’ accadere
se…e…se…e…se…sara’
se…e…se…e…se…mai sara’ raggiunto
come una preoccupante attesa
di quella prigione che s’intesse di sogno
d’una schiavitu’ creata per uso proprio
non afferrando che e’…sogno.
Il rischio di vivere poi…il presente
e’ quanta paura lo comprende
perche’ acquista il senso vero di te
ogni volta ch’esalti… quello che e’
ogni volta che vivi…quello che e’…
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