La diversita’ obbiettiva
che rende la diseguaglianza
una vetrina da guardare
come fossimo “esemplari”
proprio per quella…esemplare
…obbiettiva curiosita’
che…dovrebbe misurare
il muro personale.
Se io sono grasso o magro
che guardo a fare quei modelli
che…con me…proprio
non sono coerenza.
Posso guardare e basta
provando gusto o disprezzo
per me stesso o per i miei parametri
che…certo non sono…quelli d’una vetrina.
Di solito si guardano
quelle vetrine irraggiungibili
quelle delle strade…”in”
per prendere visione poi
…che non sono visuali
…che non t’appartengono
quelle pezze coprenti
che dicono di “classe”
che dicono “d’eleganza
che sono…status d’un cliche’
che…tra le altre cose
io trovo…stupido.
E…si va’ a Via Monte di
e…si va’ a Via tale
a riempirsi la vita
di sguardo ferita
senza pensare che
l’uomo e’ nato nudo
e che alla morte va’ via
nella stessa nudita’.
Guardare cio’ che e’ “sogno”
e’ non avere con se stessi
la misura d’un possedere
anche…nudi di pezze
quel “quid” essenziale
che certo il vestire
non ti dara’ mai.
La forma non e’ sostanza
l’essere e’ altro
l’essere e’ potenza
o e’ o…non e’…