Un essere…cosi’ piccino
e’ piu’ felice d’un umano
in un’umore canterino
verso l’infinito suo regno
dove esiste in consapevolezza
d’una compiacenza a vivere
con la gaiezza che gli appartiene.
Spunta il suo capino
sulla grondaia perimetro
d’un tetto che l’accoglie
mentre gareggia ad inneggiare
…il canto della vita.
Ho dato a lui un nome
e pare che…quando lo chiamo
risponde ancor piu’ felice
di portarmi tanto canto
e…Jimmi…mi riconosce
e…Jimmi…mi e’ amico
e…Jimmi…mi e’ fedele.
Ogni anno ritorna qui
nel luogo dove e’ accolto
dove riesce ad essere sintonico
con quella felicita’ da esprimere
anche solo perche’ e’ vivo.
Quanta distanza intercorre
tra quel disumano “umano”
che neanche s’accorge della vita
che neanche sa essere felice
che neanche canta di gioia
mentre Jimmi l’ha capito!
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