Predefinirsi nell’identificazione
pare sia…il nesso logico
d’un andare a vivere nel minimo
di cio’ che e’ compito la vita
ogniqualvolta pensieri sono forma
d’una realta’ cosi’ individuata
senza invece carpire il non senso
d’un proseguo che s’alterna dentro
in quei dettati mai d’anima
che servono a ben poco.
Per quanto c’e’ l’identificato
sembra…l’ovvia misura
il preconcetto base d’un inganno
mai reso palese dai limiti
quelli messi a palettatura
per non espandersi mai e poi mai.
Quanta paura perpetua
in quel bisogno di paletti-certezza
che guidano le apparenze
senza mai quell’attimo d’incerto
cosi’ proficuo per scavalcare
quell’idea di se stessi e del mondo
che…assurgono a verita’
anche se ognuno in se’ conosce
anzi…capisce il cio’ che viene tacciato
come la beffa dell’uomo sull’uomo
come la programmazione sottile
che la paura fa evolvere in verita’
quando l’illusione d’esser chissa’ chi
viene a toccarci per donare verita’…