Riconosciuta…accettata
supportata…ampliata
in un’accelerazione d’altro
come un fascio di luce…che vaga
per poggiarsi d’improvviso dentro
quasi come fosse…quel fascio
il momento di verita’ assoluta
scevro dal significare solito
nelle ombre di vite recitate
come se…nessuno sapesse il valore
di quell’esser riconosciuti
in una massa che e’ eterogenea
…nello strato d’invisibilita’ voluta
…nello strato di paura ch’unisce
mentre gira quel fascio di luce
cercando e cercando…un guizzo
cercando e cercando…qualcosa di vivo
che forse…e’ solo amore
che forse…e’ solo riconoscersi
come quelle mine vaganti nel vuoto
come quelle mine che azionano movimento
come quelle mine che pur siamo ognuno.
Riconosciuta per la misera condizione
d’un essere che tenta d’esistere
supportata da tanto ascoltare
il dolore che unisce la Terra
il dolore che mi rende antenna
aspettando il fascio di luce d’amore
posizionato per me nel rendermi corrispondenza…
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