L’aria fredda…arriva
quasi comprova della ciclicita’
quella che segna da sempre
…la vita della terra
cosi’ corrispondente alla normalita’
che certo non compete a noi umani
cosi’ che…affidarsi al segno del tempo
prevale su ogni altro strano assetto
nell’affogare la propria individuabilita’
che si perde nella disabitudine
…quella solita che c’individua
come i piu’ stupidi della natura
oltremodo afferrata dalla sua intelligenza.
Disabitudini radicate
difficili ad esser estirpate
come intralcio effettivo
d’una ampiezza…mai recepita
d’una ponderatezza…mai ascoltata
d’un impegno…mai individuato
d’una regalita’…mai esaltata
d’una recitazione…mai visionata
d’una falsita’…mai evitata
d’una giustificazione…mai carpita.
E cosi’…passa l’inutile tempo
nei cicli umani di decrescita
pur di non affrontare il proprio disagio
radice di dolore…mai tentativo d’eliminazione
proprio perche’ e’ piu’ facile non affrontare
il risultato della propria sofferenza
nel rispetto d’essa che ha profonda esistenza…
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