Rifugiati dentro caverne
impauriti dai propri istinti
fregati nel proprio personale
d’un mondo vasto quanto puo’
per essere nascosto a chicchessia
persino troppo spesso a se stessi
in virtu’ d’una concezione errata
d’esser privi nell’iniziare la vita
intesa come viaggio che attraversa.
E’ un viaggio avventuroso
che ci allarga di potenza
qualora consentire la sua variabilita’
fosse intesa come esperienza
senza terrore di perdere se stessi
semmai il filo conduttore…fosse dolore
semmai il divenire…fosse angoscioso
semmai il vivere…fosse invece gioia
semmai il presente…fosse ampliato
semmai il colore…fosse non individuabile
semmai l’aggiustamento…fosse arduo
in quel percorso individuato ardito
nella difficolta’ di sopravvivenza
…per quella caverna rifugio d’altro
…per quella paura della propria individuabilita’
nel procedere alla scoperta d’altro
che in verita’ porta solo crescita
allorquando individuata la meta interiore
si scava nel buco del profondo
colmo di risposte finalmente afferrate
colmo di amoroso incedere verso la conoscenza…