Nelle considerazioni d’ovvieta’
ci sono verita’ palesate
che il pensiero…che cavalca
pare voglia fermare il raziocinio
cosi’ bilancia della varieta’
quando rispondersi ad un cruccio
diventa riflessione aperta dentro.
Non giudicanti ma osservatori
si rende a se stessi un dono
quasi che certe emozioni
diventano scandaglio d’altro
perche’ capisci il malessere umano
e…non sai come porti per capirlo
accettando che il comune gaudio
resta la superficialita’ imperitura
di non ragione affatto
quando non si sa usare l’anima
resa muta e sorda
pur che non si agitino gli assetti
nell’abitudine di…non essere mai
…soggetti…non oggetti
da muovere come pedine
studio di testa ma non d’anima
nell’elemosinare poi cio’ che e’ essa
…l’anima che…guida
…l’anima che…emoziona
l’anima che…da’ altro…di te stesso.
Soggetti e non oggetti
nella precaria visione mondana
che diventa morte dell’anima…