La spazialita’ dell’infinito
resta condensata dentro
allorquando ponendomi cosi’
…dinnanzi al mare
limitato dall’orizzonte
nello sbarramento umano
d’un raccolto silenzioso
di piccola realta’ bloccata
dall’idea di non liberta’
che tappa l’estensione
nei confini d’un tempo
tra le sbarre della mente.
Diventa cosi’ l’ubicazione
eclissata dall’ampiezza
quando superando tali obblighi
riesce la fantasia a dare sublimazione
quasi un obolo di non permessivita’
perche’ non si riesce a dare all’anima
l’infinito potere di superare
quella costrizione costruita
che impedisce la sincronia innata
di saper attraversare il visibile.
La spazialita’ dell’infinito
detta la sua sapienza sempre
donando l’improvviso guizzo
che appartiene al puro succedere
…d’attimi…ricolmi di qualcosa
che rende sazieta’ al corpo digiunante
proprio di quel cibo deliziante
ch’apre l’anima acquietata…
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