Emilio…puffetto di corpo
ha l’incapacita’ dentro
d’amare se stesso solo un poco
nel lento attraversar con inimicizia
la sua anima che cerca il concreto.
Non e’ il cibo che plachera’ il cuore
come non puo’ sostituire l’appartenenza
quando…fuggire dal dolore
lascia solo una scia di rimpianto
del non fatto…del non detto
del non affrontato…del non chiesto
per quel sacro diritto d’ognuno
d’appartenere a se stessi
anche con l’amicizia del perdono
in quel per-dono che lo rappresenta
quando capire il valore della vita
appartiene proprio a tutti.
Eppure c’e’ tanta bonta’ negli occhi
che non arriva pero’ a sciogliere
quello scudo di bugie reiterate
che hanno bisogno d’aver rispetto
che hanno creato quell’esteriorita’ di corpo
dove si puo’ nasconder bene il negato.
Negarsi e’ cosi’ facile d’impresa
mentre la vita ha il suo scopo
che devi riscoprire per amarti
che devi imparare a riconoscere
quando il doveroso accoglierti
non e’ il cibo per il corpo
ma quello che deve dare accesso
soltanto all’anima con cio’ che e’ tuo
…d’amore.
Ciao Gianda
E grazie per la splendida poesia.
Dice tanto, dice tantissimo.
Grazie grazie grazie