Il ciclo perpetuo
d’un mare che s’intona
al canto che e’…eterno
d’ogni mosso che si succede
in quella rabbiosita’ insita
nelle trasformazioni…eterne
d’ogni manifesto che conclude
quel cambiamento invisibile
di…sentirsi all’altezza
di…meritare il desiderato
di…ritmare dentro un senso
quello del mare con quello umano
nella misura dell’accettare
ognuno il suo esprimere se stesso.
Il mare lo fa naturalmente
accomodando il suo ritmo
alle ore che lo guidano
ma l’uomo e’ restio sempre
ad esser guidato dal cuore
cosi’…libero da voler esistere
cosi’…invece scartato impunemente
da poi meritarsi quel dovuto
che ad ognuno appartiene.
Il mare e’ cosi’ bello
nell’esprimersi in grandezza
mentre l’uomo diniega la bellezza
coprendola di pochezza assurda
fuggendo dall’ampiezza…dicansi amore
per se stesso e per tutto cio’ che allarga
nel senso che l’impotenza e’ centro…