Madri che…mangiano i figli
nel volerli introiettare
in quegli uteri ormai sterili
che diventano tombe d’amore.
Ingoiano quei figli
togliendo loro la liberta’
estirpata fin dentro la prigionia
di amore che diventa abuso
d’una inerme arresa
a quel potere di diritto
che non pesa il disavanzo
di quella pretesa dipendenza
arcuita ancor piu’ e ferocemente
su debolezze costruite per predominare.
Diventa un connubio strano
quell’essere madre mangiatrice
per un falso emblema d’amore
che mai condivide la limitazione
in quell’esser nati come dono al mondo
in quell’esser persona prima di figlio.
Sono prigioniere di limitazioni
quelle genitrici con lucchetti d’oro
nascoste dietro il problema grande
d’esser loro stesse schiave del ruolo
preso come un massimo di pena
d’un ergastolo che viene afflitto
verso chi ha solo il problema grande
d’esser figlio d’una specie atipica
del potere di far del male
a chi proprio non lo merita…
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