Quanta pace e’ l’intorno
che m’abbraccia d’amore
quello che ascolto tonante
nell’esser paga di riempito
come un qualche cosa pieno
che riesce a darmi sensazione
di filtrare attraverso il fuori me
quell’ulteriore emozione accompagnosa
nei pensieri che riesco a buttare
nel dirupo del non volerli
nel buco della dimenticanza
come se ora…proprio ora
fossi nata a vita
morendo tutto cio’ che e’ zavorra
trasportata negli anni
innalzata ad esser tanto
quando era solo vecchiume rancido
tutta l’insolvenza li’ sospesa
che non mi placa piu’
avendo fatto pace
perche’ capisco la fregatura palese
d’aver trasportato invano
cio’ che non mi appartiene
ne’ di ricordo…ne’ di sogno
ne’ di fami…ne’ di sazieta’
come se l’azzerar conticino
tra perdite e profitti
fosse ormai l’inutile bilancio
che potrebbe e vorrebbe classificarmi
nello standard d’occasione vinta o persa
in base a parametri d’umanita’…