Foglie che danzano
nel fruscio del vento
con quel ritmo ancestrale
che ha il gusto proibitivo
d’un perche’ inculcato
che…non ha risposta
se non attraversando l’oltre
quello che ci rende singolari
nell’unicita’ d’esistere.
Ed ognuno e’ quel che e’
come un usuale modo
come quel vento fruscio
come la danza antica
come foglie che si muovono
senza ausilio di fili
trasparenza che trapassa
quel che si e’.
Foglie che danzano
nel silenzio che spacca
quel fruscio carezzevole
che tende a cercare
quella soavita’ di presenza
oltre me…oltre tutto
nella conseguenza d’arresa
cosi’ proficua di gesto
mentre si muove l’intorno
senza altro che musica
quella dell’Universo regale
che porge l’unicita’ sempre
anche ad una danza nettare…
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