Il ridere dell’anima…

Quale senso puo’ essere

questo ridere esteriore

poggiato sulla mancanza

…d’obiettivi d’anima

perche’ disagio e’ chiaro

in quell’inadeguatezza

che ascolto dalla forzatura

d’un finto sorridere sonoro

che squarcia il silenzio.

E’ uno schiaffeggiarlo

e’ un abuso diffuso

e’ una fuga che depista

come quelle file di formiche

che se le disturbi scappano veloci

deviando quell’ordine naturale

che significa principio raggiunto

in un ordine che procaccia cibo

a volte trasportato con fatica

nella tana che sara’ casa invernale.

E’ cosi’ quello schiaffo…quell’abuso…quella fuga

diventano deviazioni al percorso naturale

e…ridere senza gusto vero

…e’ quel disturbo che s’evince

da quella mancanza di una base

quella dell’inverno che chiamansi morte

quella della pienezza che non e’ cibo

ma riempimento d’emozioni fruttuose

capaci di trasformare il ridere d’apparenza

…in una risata dell’anima

capace d’esser cibo per noi umani.

 

 

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