Il grigio del cielo
senza apertura di squarci
evidenzia ancor piu’
il colore del mare
cosi’ turchese che pare dipinto
d’un tono che cambia ogni tanto
deviato dal turbinio
nelle onde ruggenti di voce
quasi ritmato dalla rabbia
che le rende mai uguali
ogni volta che si piegano su se’
ogni volta che portano vita.
E’ cosi’ un moto di forze
che provano la mutabilita’
d’ogni cambiamento inspiegato
che s’erge a comando
nelle priorita’ che si accavallano
come espressione d’altro
come manifestazione
come prevaricazione istintiva
di forze ancestrali che s’esprimono
nella recondita asserzione
della vita come tale
non nell’arresa totale
a cio’ che si e’ davvero
come mare…come uomo
come tutto cio’ che cambia
per diventare sempre se stesso…
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