Chiacchiere insulse
di vecchietti canuti
di capelli bianchi candidi
d’ostentazione di prodezze
nella gioventu’ ormai passata
mentre si sentono prestanti
di coraggio e mascolinita’
che invero non e’ reale
ma pavoneggiarsi diventa posa
d’un non rendersi conto
d’esser ormai vicini all’addio
senza portare nell’aldila’
la saggezza e la consapevolezza
d’aver tradito il senso
perche’ nella vecchiaia non sono diversi
da quel vuoto a perdere individuale
che certo non e’ stato ponderato.
Conquistatori ancora d’un immagine
che decade la propria esistenza
pensando d’essere prodi e forti
mentre tutto di loro e’ simbolo
di una paura di morte
combattuta con l’illusione d’aver tempo
combattuta con la pagliacceria verbale
combattuta con l’esplosione di bugia
mentre si diventa ridicolezza
sfidando la morte con spavalderia
senza limitarsi di nefandezza
mentre le carni sono flaccide
ed i capelli sempre piu’ bianchi…