Quanta reiterata cattiveria
diventa quell’immersione egoista
che tiene fuori il mondo
come fosse nemico di te stesso
mai amico con i pensieri
mai sintonico d’anima
mentre afferri solo l’infinito
d’una solaggine che non serve.
Non serve a te che muori
non serve agli altri che penano
vedendo lo spreco d’una vita
in ogni non azione reiterata
nel perdere gioia di vivere.
E’ cosi’ bella la vita
e’ cosi’ dolce il volersi bene
che averne paura e’ assassinio
proprio nell’uccidersi gratuito
per non esser degni ancora
d’esser protagonisti dentro vita.
Quanto spreco di bellezza
e’ la chiusura al mondo
e’ la blindata occlusione d’anima
che si disperde e piega
nella pieta’ che hanno per te
tutti quelli che in qualche modo
s’accorgono del tuo dolore
nel mal di vivere
nel mai di vivere
perche’ l’uomo e’ in fuga
proprio dalla felicita’…