Ieri sera il trillo del telefono
mi pone nella voce l’espressivita’
di un’anima che vibra
sulle corde del dolore cosmico
sulle infelicita’ cosi’ evidenti
d’un mondo che vuol dormire
d’un mondo alquanto distratto
che non sa afferrare nella semplicita’
cio’ che la propria indole scansa
per quell’ignorare perpetuo la felicita’.
Questa felicita’ e’ proprio estranea
mentre la folla umana la sogna
mentre la freddezza interiore sovrasta
mentre la massificazione rende tedio
mentre la fuga dal desiderio resta lontananza.
Il chiedere accorato di perche’
e’ cio’ che mi ha fatto sorridere molto
perche’ il “benvenuta nel club”mi ha gratificata
nella dialogante conversazione d’apertura
che similmente ci teneva unite
quasi che quel dolore afferrato degli altri
potesse in qualche modo creare affinita’
mentre costatarne la piena arresa
fosse in qualche modo uno spiegarsi perche’.
L’Occidente e’ cosi’…e’ voluto cosi’
intriso d’ego che avverte ogni singolo
con “quell’io”che prevale sul “noi”
con “quell’io” che vuole classificare la persona
nei meriti di cio’ che diventa chimera
nel mai provare ad amare e vivere diversamente…