L’equilibrio interiore
cosi’ anelato sulla Terra
pone l’individuo in bilico
come fosse dilaniato da domande
che all’improvviso non hanno piu’
…quel pathos di risposte
che si acquieta dentro il parlottio
con cio’ che non importa piu’
invasi invece da pace.
E’ un pacioso incedere
in ogni moto assente
che non e’ agonia di morte
ma stasi fruttuosa bilanciante
che la sensibilita’ personale
fa da ago fisso senza pesare
quelle faccende umane normali
come fossero proprio nulle di senso
nella vita che diventa particolare
non piu’ afflizione ma percorso collimante
…con quel che si e’ davvero
…con quel che si sente e vede davvero
…con quel che l’impostazione apre
nella meraviglia d’ogni attimo
vivificato da solo appaciamento
perche’ quell’equilibrio lo difendi
di fronte al rumore delle cose
che ormai non fanno piu’ parte di te.
E’ vivere liberi d’essere
e’ sorvolare persino la realta’ fallata
che non e’ piu’ per te che “cosa”…