Come assetati…

La musica della nostra origine

l’ascoltiamo come assetati

proprio perche’ c’e’ un’immedesimazione

che pare affascinare dentro

per quel ritmare che pare aprire

il senso del tempo che sparisce

come fosse quel rapporto ad esso

…l’istante d’una certezza

che rimane come fosse corrispondenza

con un visibile che senti stringere

mentre l’invisibile s’allontana.

S’arriva cosi’ unendosi al suono

a fendere quell’inafferrabile di te

che si rende noto all’anima

quella d’eternita’ palesata

nell’attimo dell’ascolto

in una simbiosi d’elezione

cosi’ vicina che la tocchi

nel trasportio interiore

che diventa amico del tuo essere

quasi rispondendo nella sua mutezza

con le corde dello spasmo d’amore

cosi’ che si puo’ essere vicini a quel senso

…che appartieni a te stesso nell’ampio

…che sei vivo per ascoltare oltre

mentre la vicinanza con altro di te

regala la giusta amorevolezza

che vuoi farti dono di tutto cio’

mentre l’espressione della musica

e’ cio’ che vuoi per capire di piu’…

 

 

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