Cara luna che sei

opaca nello sparire

allorche’ spunta giorno

che delimita il tempo

nello spazio si’ limitato

da tante chiusure a vita

cosi’ mortificata nell’ignorare

quanto di essa ci appartiene

quanto di essa viene annebbiato

da quei preconcetti assurdi

delegittimati  da perche’

e…il non esistere…sia meglio

d’una breve scia portante

la qualita’ nella quantita’

di strappi circuenti

quelle voragini personali.

Avere negli occhi fissamente

quel piegato degli impulsi

cosi’ portanti a dare invece

quella naturale successione

in cio’ che rende saggia

la percorrenza prova di densita’.

Avere negli occhi strettamente

l’angoscia di perdere l’idea

d’esser invece alla fine

arresi alla perdita ideale

che speranza tiene viva dentro

d’esser proprio saggi di cogliere

proprio il giusto di te stesso

cosi’ aperto all’accadere…