L’incapacita’ d’introspezione
e’ la perpetua fuga di condividere
quella distesa immensa d’infinito
che ci proietta nell’espansione
dentro la trasparenza visione
d’un mondo insolito di prospettiva
che tende a piegarsi d’ampiezza
ridotta a parametri di pochezza
attraversata dalla limitazione
come fosse quella comodita’
l’uguaglianza che misura
la distanza tra tutto l’ampio
ridotto a puntino piccolissimo.
Essere molto di piu’
destabilizza quella limitazione
come se la pretesa d’esser tutti qui
fosse la coercizione d’un programma
atto a semplificare assai
la sentita ampiezza come limite
dentro la profondita’ di sguardo
che rende destabilizzato un equilibrio
quello fallace di verita’
nella bugia di ruoli assunti
come giustizieri di liberta’
quasi come se fosse la libera scelta
quell’arrivo ad esser fuori dalla schiera
in quell’isolamento che si perpetua
ai danni d’una mancanza dentro
nel dolore d’esser immersi
proprio nel dileguare quel sentire…