Quanta pace e’ l’interezza
quando non frammentati
da quelle fughe leste assai
verso il distruggere se stessi
…per non aver coraggio
d’amare e d’esser amati
in quel rifiuto eterno
che…si dimentica…dimenandosi
quasi al suicidio programmato
dentro la vana gloria
indignitosa discesa
verso gli inferi della propria anima.
Si dimentica ohime’
la bellezza cosi’ nascosta bene
in quella sorta d’urlo
che sono parole e disagio mai esplicito
d’un condannarsi ogni volta
alla perdita di preziosita’
affogata stretta nel deposito
d’un effimero gioco di morte
che s’avvia ad annullarti
come mai fosse esistita
quella musicalita’ interiore
…del canto d’anima.
Guardarsi dentro
scavando il dolore
cercandolo…estirpandolo
come fosse cio’ la vita
quella degna d’ognuno
che nasce come re sempre…