Annegato nella dimenticanza
…perpetua il disonore
di non amarsi abbastanza
per cio’ che trasporta dentro
….di rancore…mai urlato
…di soprusi…mai perdonati
…di pianti…mai sgorgati
…di sogni…mai afferrati
quasi che quel mai vissuto
fosse cio’ che qualifica l’umano
quando perde l’opportunita’
di scegliersi la vita.
Ad ogni afferrabile proteso
messo li’ come scelta
l’abitudine alla vigliacchezza
impartita come imposizione
ormai radice profonda dentro
rende l’ottimale di cambiamento
impaurito e piegato su se stesso
per la disistima ormai radicata
di non credere mai che si puo’ essere
si’…si puo’…se si vuole…si puo’.
Quanta forza da costruire
per permettersi d’essere coerenza
per meritarsi d’esser dignita’
per colpire di meta un arrivo
che apprezza la tua di vita
in quell’unire che diventa volonta’
d’aggrapparsi a vita l’ultimo tratto
fino alla riva che t’accoglie…