Il coraggio di vivere
si chiama “femmina”
quella capace sempre
di scegliere altruisticamente
e poi…quando rimane ferita
solo egoisticamente additata
come la solita maniera
…mai compresa davvero.
Ci sono davvero differenze
quando i comportamenti
sono dettati da pochezza
ma di solito si diventa cosi’
perche’ le ferite sono state grandi
e si vendicano le debolezze
con una finta maschera feroce
che incute solo d’averne rispetto.
Quanti “si'”…ingoiati
quanti “si'”…di abusi perpetuati
quanti “si'”…di violenza psichica
quanti “si'”…di valori digeriti a forza
quanti “si'”…di protezione verso i figli
quanti “si'”…di coerenza al cuore
e…di fronte a quanti “no”…beh!
Facile si direbbe dire “no”
facile e’ imparare a dirlo
logico e’ il ricatto morale apposto
per definire il maschio vigliacco
quando dietro il bisogno d’amore
confonde la bonta’ per debolezza
confonde il “si'” che e’ un “no”…
Piegare con l’abuso
la donna che ha imparato
…ad esser vittima
perche’ le proprie madri
le sono state d’esempio
ed hanno dato…gia’ fin da sempre
come patrimonio genetico
da perpetuare fino alla morte
pur che l’assetto del mondo
…dei maschietti governatori
la specie d’abolire d’ubbidienza
come una maledizione perpetuata
che viene assorbita nelle esemplarita’
quando donna e’ vittima
del sopruso cosi’ perpetuato.
Spezzare la catena
e’ spezzare le proprie catene
con l’indifferenza come aggiunta
dalle stesse donne che giudicano
la ripercussione di squilibrio
che nasce proprio da queste volonta’
…d’esser liberate
da schiavitu’ a liberta’
da sciocche ad intelligenti
da gioco a giocarsi se stesse
perche’ si e’ forti abbastanza dentro
d’urlare la propria legittimita’
d’esser non piu’ vittime ma donne
mettendosi “gli attributi”(palle)che mancano
si’ mancano all’emblema di…uominita’!