E’ sempre paura di dare
quel freno interiore
che impedisce le aperture
di cuori cosi’ sensibili
che e’ preferibile la dittatura
quella che s’impone dentro
all’estensione dell’anima
capace…quasi a comando
di difendersi per non soffrire
di pugnalare a morte chi ami
di erìgersi a distruggere
pur d’impedirsi la vita.
Di fronte alla vita
c’e’ la fuga semplificatrice
che rende quel tepore interiore
preferibile a desiderare
oltre te stesso di svoltare
in quel desiderio legittimo
di Sacro individuale
perche’ capisci il potere di dare
in quel ricevere conseguenziale
che sempre significa apertura
nel pur intricato modo
d’esser iper-sensibili al fruscio
di ali farfallose che sfiorano
e…sentirne lo sbatter persino
e’…di pochi al mondo
e’…di pochi sulla terra
quasi quasi e’ proprio altrove
quell’udire cosi’ sottile…