Il suono cosi’ infilato
nella sinfonia altra
in un abbandono estatico
verso le immensita’ aperte
che trasvolano felici
come fossero nuvole libere
d’esser cosi’ inseguenti vago
in quell’essere cosi’ imponderate
di forme e spazi infiniti
che si rincorrono nel diventare
maestose regine afferrate
nel senso che ci piega
a diventare gioia che s’allarga
in quel blu dell’immensita’
che sovrasta tutta la ponderatezza
quando perderla e’ l’attimo
che riesce ad esser spettacolarita’
che si rincorre ancora
nell’eterno ch’appartiene
ad ogni trascenderne effetto
come fosse lo scoprire
quel premio per ognuno
di cui io sono e faccio parte
non divisa dai miei limiti
ma oltrepassata dentro
quell’abbandono a raggi caldi
ch’accarezzano la pelle fino a dentro
penetrando quel nascondibile
che si fa intravedere ancora
per quanto richiama vita…