Quanto disamore pesato
puo’ essere lo sguardo ramengo
rivolto ad un albero di vita
che innalza al cielo i rami.
Quanto silenzio dentro
e’ quel parlato con se stesso
nella paura di scoprire
il rimpianto verso il prima.
Quanto dolore incapsulato
nel desiderio d’oblio reiterato
verso l’amicizia del dimenticare
quanto braccata e’ la vita.
Quanto immobile d’attonito
c’e’ nello scoprire lo spessore
di tanta verita’ incontrata
nell’analisi del tempo.
Quanto perduto dentro
c’e’ nel non avere amore
e sentirne la mancanza assai
senza neanche forza d’urlarlo.
Quanto disprezzo giudicante
e’ quel palese che corrisponde
al cio’ che manca d’appello
al senso di una vita si’ sprecata.
Quanto urlo ingoiato
e’ la vergogna addirittura
che fa di te pochezza d’una grandezza
non misurabile nel prezzo
di quanto e quanto di rinuncia
per morire pure da solo…