Il pianto di gioia
e’ sempre l’incontrarsi
con l’immenso innanzi
che sempre m’emoziona
non so perche’…
E’ un singulto l’incontro
come andar incontro
a quell’espansione di me
cosi’ proficua di afferramenti
nel canto allegro d’uccellini
che sono ad onorare direi…me
unitamente al crearsi
col tutto quell’unicita’
che come filo invisibile
ci unisce d’amore infinito.
E’ il pianto d’arresa
oppure d’arrivo
ma qualificarlo e’ sconcio
perche’ il sentire e’ sempre unicita’
nell’attimo provato
che t’eleva all’inverosimile
mentre ne afferri ogni briciola
come affamatissima d’ingordigia
di non perdere frazione
nell’infinitesimale condensato
quasi di spazio altro
che ritrovo sempre amico
dei miei flussi continui
che sembrano impazzire d’enfasi
per la rigogliosa corrispondenza
di cio’ che e’ infilato dentro
emergente a voce alta
che m’accorgo palesando
quanto represso puo’ essere
quell’urlo di me…cosi’…