Lavorano operai solerti
nel rumore ascoltato
che apre ricordi lontani
quando il rumore era tale
senza nient’altro svelante.
Ogni frazione e’ riaprire
come se il calendoscopio
di colori sussultanti di forme
fossero simili ai rumori
accompagnosi che sono ricordati
come click che improvvisi
si aprono ad essere flash
di quel tale e tale che fu
un rumore amico o nemico.
Insegui la solerzia di forza
di mani lavoratrici percuotenti
tra chiodi e martelli picchiettanti
che sembrano portarti lontano
forse di chiodi pigiati
nella guerra dei ricordi pestati
nel parlottio di uomini tra loro
che segnano il misurar le distanze
e le pale…affondano dentro terra
nel fruscio dello smosso che frana
quasi il buco nero d’altro
quando la terra sara’ tomba
mentre il mare frastuona lo schiocco
d’una rabbia affondata silente
che poggia se stessa li’
in quel lavorio d’altro…
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