Quanta solaggine c’e’
nell’esser stelle del proprio Universo
in quel mondo circoscritto
che rimane invalicato
per quanto incompreso sempre
da chi dovrebbe e…potrebbe
sempre accettare quell’individualita’.
Essere e’ proprio stancante
nel non rispecchio palese
d’una realta’ alquanto negata
nella comodita’ di non essere.
Quel mai essere…usuale
e’ cio’ che distanzia l’immenso
quello esistente e palesato
quando la difficolta’
…d’individuazione
rimane la cecita’ perenne
di neanche distinguere
quella luminosita’ che puo’ afferrarsi
nell’esser splendente cosi’…semplicemente
per una serie infinita di perche’
stucchevoli nella spiegazione
di quanto perduto c’e’
…nelle distanze misure
…nelle obbiettivita’ reali
di quanto si e’ soli sempre.
Confusione…finteria…compromesso
caos d’ubriachezza cosmica
che non fermano affatto lo sguardo
quello rivolto al cielo
d’umile accondiscendenza provata…